Quest’anno la scelta del viaggio è stata tardiva: ho telefonato a fine Luglio giusto per sapere se, sulle ultime destinazioni che mi allettavano, restava qualche posto. Sull’ultimo posto dell’Etiopia mi rimaneva solo un giorno per decidere e, scaduto il termine, a fine giornata lavorativa, non avevo avuto nemmeno un minuto per rifletterci…..poi ho pensato “in pieno agosto, chissà che caldo; meglio dirigersi a Nord!”.
Invece l’istinto mi riportava su quella meta, mistica e naturalistica…
Nel breve periodo che mi separava dalla partenza, la tensione è salita ai massimi livelli per la notizia di tafferugli sanguinosi proprio lungo il percorso….Partire o rinunciare?
Solo la prima ipotesi mi faceva felice!
Ho messo in valigia anche vecchi giocattoli, pensando ai bimbi che mi sarebbero venuti incontro…
E’ troppo lungo raccontare tutte le impressioni di questo viaggio. Il percorso si è snodato su di un altopiano, dove tra i 2000 e 3000 metri di altitudine, il caldo è stato l’ultimo dei problemi: fresco e pioggerella leggera ci hanno accompagnato sempre!
E il gruppo? non poteva che essere di avventurieri navigati, pronti ad ogni esperienza: dalla coppia di piccioncini innamorati alle viaggiatrici fotografe che non risparmiavano nulla ai loro scatti, all’architetta curiosa attratta da quei pericolanti eppur solidi ponteggi fatti di rami, attorno ai molti edifici in costruzione; al medico desideroso di scoprire le miracolose proprietà di piante finora sconosciute; e poi Vittorio, sempre impeccabile nella sua tenuta, col cappello di panama chiaro, che ha affrontato con leggerezza l’arrampicata su roccia a quattro zampe, sorridendo dall’alto dei suoi 83 anni…
E che dire delle strade sterrate con sassi e fango dove il pulmino ondeggiava allegramente, saltellando, tenuto solidamente in rotta dalla guida sicura dell’autista. Tranne quelle poche volte che si è piantato e noi giù….
I paesaggi verdeggianti e montuosi a tratti ci hanno ricordato l’Italia, che so, le guglie delle Dolomiti o le colline marchigiane.
Però la sensaz